
Immaginate un mondo inventato in cui i paesaggi suggestivi fanno da sfondo a creature fantastiche coinvolte in avvincenti avventure. Immergetevi nelle terre di Keldorania dove il tempo si è fermato e dove l'incertezza del futuro anima le lotte per la sopravvivenza del presente. In ogni angolo di queste terre vivrete avventure emozionanti, respirerete la magia che le rende travolgenti e indimenticabili.
Storia di un abitante del Regno: IV ed ultima parte.
Luinil
…incontro al destino
Written by Luinil
Fiocchi di neve candida erano iniziati
nuovamente a scendere dal plumbeo cielo invernale... Luinil li sentiva
sfiorare il suo volto mentre Malvegil cercava di medicarle la ferita; piano piano
un dolce tepore s’impadronì del suo essere, facendola destare dal dolore
lancinante che l’aveva resa dapprima inerte.
Grazie alle cure del cavaliere errante, la
giovane arciera aveva ritrovato la forza necessaria per poter tornare a
combattere.
Voleva a tutti i costi ostacolare la regina
Luthien ed i suoi seguaci che, pronti all’assedio, stavano avanzando verso il
Regno di Armòdia.
Dopo essersi rifocillata e nonostante la
ferita le facesse ancora male, ella si sentiva ormai pronta e rivolgendosi a
Malvegil, esclamò: «Ti ringrazio per avermi prestato soccorso! Ti sei preso
cura di me ed io te ne sarò per sempre grata. Ma ora voglio chiederti se sei
disposto a seguirmi per la difesa del Regno di Armòdia».
Il cavaliere, senza esitare, rispose:« Sono
io che devo ringraziare te per avermi liberato! La tua fermezza ed il tuo
intrepido coraggio mi sono d’insegnamento e sono deciso a seguirti ovunque. Puoi
contare su di me! Non avranno mai Armòdia!»
Luinil e Malvegil si strinsero con fermezza
la mano, il loro sguardo ardeva dal fuoco della battaglia.
L’arciera sapeva però che non sarebbe stato
facile sconfiggere Luthien poiché aveva un esercito molto potente e per questo
era necessario avvalersi di supporti validi, di combattenti agili ed energici,
abili all’uso di arco e frecce: gli arcieri di Càratus!
Doveva cercare il loro aiuto!
Si misero subito in marcia, la via era
impervia e il freddo non era certo a loro favore, ma la determinazione era
molto forte. Fra la bufera che imperversava e gli ostacoli che incrociarono
lungo il percorso, Luinil e Malvegil riuscirono ben presto a giungere a
Càratus.
Ivi gli arcieri erano intenti ad un giusto
riposo dopo i duri allenamenti del giorno precedente. Luinil prese il suo
piccolo flauto di legno, costruito anni fa dal nonno e regalatole il giorno del
suo compleanno, e cominciò a suonare…una dolce melodia si elevò nell’aria destando lentamente i guerrieri i quali, incuriositi, uscirono dalle dimore
chiedendosi cosa stesse accadendo.
La giovane, appena li vide lesti e disposti
all’ascolto, spiegò loro la gravità della situazione e l’urgenza del sussidio
di tutti. Unanimi esclamarono il loro assenso e dopo
essersi equipaggiati a dovere, preparati anche i cavalli, partirono con Luinil,
seguita da Malvegil, verso Armòdia. Ad ogni passo, il cuore della donna
esultava poiché era in pensiero per gli abitanti del Regno: doveva arrivare assolutamente
in tempo!
Oltre due ore di tragitto, finalmente davanti
a loro si ergeva la torre del Regno. Vicino s’udivano spietate le grida di
terrore…purtroppo l’esercito della regina era riuscito ad entrare al di là
delle mura, iniziando a seminare panico e distruzione.
Con un balzo fulmineo Luinil scese da
cavallo, si rivolse agli arcieri di Caràtus e disse:« Arcieri di Càratus,
impugnate l’arco e siate pronti a scagliare le frecce!»
Così esclamando, le frecce in veridiano, saettanti
e folgoranti, si conficcarono una dopo l’altra nelle carni degli orchi e dei
lupi che cercavano selvaggiamente di imperversare sugli arcieri. La grande
battaglia ebbe inizio, molti guerrieri di Càratus furono perduti, ma alla fine
i restanti ebbero la meglio sul nemico. Non rimaneva che sconfiggere la perfida
regina e questo “onore” spettava proprio a Luinil la quale, stringendo la sua
spada corta eccelsa, si diresse al suo cospetto. Luthien aveva fra le sue mani
una sfera diabolica, simbolo del suo immane potere, alzò la mano e la lanciò
contro la giovane. La luce che l’oggetto magico emanava era molto potente ed
ella sapeva che se l’avesse colpita sarebbe stata la fine…
D’improvviso e in maniera inaspettata le fece
da scudo il lupo bianco che, parandosi davanti a lei, le salvò la vita; l’animale
cadde a terra trafitto gravemente dalla sfera, prima di chiudere gli occhi per
sempre, il suo sguardo si posò su Luinil, una calda lacrima scese dal suo
volto.
La giovane arciera, spinta dal profondo
dolore che in quell’istante provò, si avventò contro la regina, riuscendo a
colpirla: finalmente la vittoria!
In ginocchio, Luinil girò il viso verso il
Regno: ovunque erano fuoco e confusione, ma gli abitanti erano salvi. Una sensazione
di sofferenza mista al sollievo si fece strada nel suo animo.
La neve ricopriva il sentiero, le mura e le
dimore…era la notte di Natale, il dono della pace era giunto ad Armòdia.
Malvegil si rivolse a Luinil:«Siamo riusciti
a salvare Armòdia! Sei una grande guerriera! Vorresti essere il capo degli
arcieri di Càratus?»
La donna volse lo sguardo al cielo, fra le
nubi s’intravide una stella luminosa…«Grazie Malvegil! Grazie intrepidi
arcieri! Ma devo andare incontro al mio destino, sento che devo intraprendere
un lungo viaggio. Devo seguire la stella azzurra, non so chi o cosa incontrerò
lungo il difficoltoso cammino della vita, ma devo partire. Un giorno ci
incontreremo ancora, ne sono convinta!»
Pronunciate queste parole, Luinil si alzò, salì
sul suo cavallo bianco, salutò i suoi amici e si avviò incontro al suo destino…
Lontano armoniosi canti natalizi avvolgevano
quella ardua e magica notte…
Storia di un abitante del Regno: III parte.
Luinil
e la regina dei lupi
Written
by Luinil
Il sole era sorto da poco, i raggi
oltrepassavano le foglie degli alberi, sfiorando il volto di Luinil e del suo
nuovo amico Daeron, mentre sorvolavano la Grande Foresta, era la prima volta che
la ragazza si librava in volo: era un’esperienza unica e meravigliosa. Tutto
sembrava così piccolo dall’alto, tutto pareva una piccola goccia in un immenso
oceano… allungando le braccia al cielo, la ragazza poteva percepire la vera
essenza della vita e sfiorare il breve istante dell’ebbrezza mattutina che quel
nuovo giorno le donava.
Il grifone rampante pareva viaggiare
all’unisono con lei e spiegando ancor più le sue ali, s’innalzava eminente e
maestoso.
Non molto lontano, nei monti Edemon, la
regina Luthien preparava il suo esercito di lupi ancestrali all’assedio del
Regno di Armòdia...vicino ai suoi piedi, fedele e fiero, si prostrava il lupo
bianco.
La sovrana, consapevole del suo immenso
potere, era sicura della vittoria e che ben presto Armòdia sarebbe diventata la
sua dimora, da lì avrebbe governato tutte le terre di Keldorania, espandendo
sempre più il proprio potere e dominio. A pochi passi da lei, era possibile
scorgere una figura incatenata che vinta dalle atroci sofferenze subite, aveva
il volto segnato da una cupa e indicibile sofferenza: era il cavaliere errante
Malvegil.
Man mano che Luinil si avvinava ai monti, un
freddo pungente penetrava il suo essere ed una leggera neve iniziava a scendere
lentamente quasi volesse presagire quello che sarebbe accaduto da lì a poco.
Il grifone planò su una roccia…erano giunti!
Il gelo si faceva sempre più penetrante,
Luinil osservava in silenzio l’altitudine dei monti e pensava che fra non molto
vi sarebbe stata la resa dei conti, avrebbe finalmente visto la regina e soprattutto Eldarion…questo le conferiva una pungente fitta al cuore perché,
suo malgrado, era consapevole che il suo caro cugino aveva perso l’anima per
sempre, complice il maleficio che la perfida Luthien gli aveva scagliato,
rendendolo suo eterno seguace: uno spietato lupo bianco, privo della propria
essenza umana e spirituale.
Luinil varcò, decisa, la soglia dell’impervia
ed oscura grotta, il grifone le restava accanto, guardingo e lesto nei movimenti,
pronto a difenderla.
L’ululato dei lupi s’udiva nelle vicinanze e
faceva da cornice a quell’antro buio e misterioso.
Improvvisamente, al termine della grotta, s’apriva
un ambiente sconosciuto, una enorme distesa di manto bianco ricopriva la natura
circostante, era come aver oltrepassato una realtà valicando il portale ed
entrando in un mondo sconosciuto.
L’arciera era talmente assorta nell’osservare
il paesaggio che solo successivamente s’accorse della presenza di una figura
austera che le si avvicinò con incedere imponente.
«Allora sei tu l’arciera di Caràtus, colei
che ha osato lanciarmi una sfida, volendo liberare il cavaliere errante ed
ostacolare me e il mio esercito all’avanzata verso l’assedio del Regno di
Armòdia?!» – esclamò imperiosa.
«In persona!» – rispose Luinil che, alzando
il suo sguardo fiero, incontrò i freddi occhi di Luthien.
I lupi, con un fulmineo scatto, serrarono sia
lei che il grifone, formando un cerchio concentrico ove nessuno all’interno
avrebbe potuto oltrepassare.
Bisognava riflettere immediatamente ed agire
senza esitazione alcuna.
Il grifone fece la prima mossa: spalancò le
sue possenti ali e con il suo enorme becco adunco iniziò ad intrappolare i lupi,
dilaniando le loro carni, mentre l’arciera iniziò a scagliare le frecce piumate
in veridiano, non risparmiando tutte le sue forze.
I lupi ancora più agguerriti, sferravano
attacchi cruenti, colpendo Luinil ripetute volte alla gamba sinistra che iniziò
a sanguinare. Tuttavia ella non se ne preoccupò, aveva una missione da compiere
e l’avrebbe portata fino alla fine, costi quel che costi.
Erano quasi riusciti a sbaragliare tutte le
belve feroci, quando Luthien, alzando il suo sfolgorante bastone, invocò con
voce solenne il nome di “Eldarion”!
Luinil, all’udire quel nome, si voltò di
scatto e…lo vide!
Un lupo bianco, di altezza superiore alle
altre fiere, avanzava minaccioso…era di una bellezza sconvolgente, il suo
fulgido pelo emanava un bagliore senza limiti ed i suoi occhi erano penetranti,
ma altrettanto glaciali.
“No!” – pensò la ragazza – “Lui non è più il
mio caro cugino! Non riesco a leggere la sua anima come facevo una volta. Tutto è stato distrutto dalla perfidia di
quella strega e la malvagità che sta governando il mondo, ha corrotto il suo
cuore”.
Così pensando, calde lacrime bagnarono le
gote, ma con gesto deciso, le tolse all'istante: non voleva palesare la propria
debolezza!
Mai più avrebbe mostrato la sua profonda sensibilità!
Girandosi, impugnò la spada eccelsa e si
avvicinò verso il lupo bianco, determinata a combatterlo e a liberare Malvegil
che, incantenato, emetteva sofferenti lamenti.
Frattanto il grifone che aveva fatto pasto
delle belve, affiancò la sua amica, pronto all’assalto difensivo.
La regina, con mostruoso ghigno, aprì il
palmo della mano e, raccolte tutte le sue forze malefiche, scagliò contro il torso
dell’animale un fuoco potentissimo, facendolo cadere al suolo stremato e
morente.
Luinil gettò un grido acuto ed accorse al suo
capezzale, i loro sguardi si sfiorarono, sentivano di essere uniti nella vita e
nella morte…ella posò il capo sul torace di Daeron che esalò il suo ultimo
respiro.
Fiamme di dolore e di ira percorsero il corpo
e l’animo dell’arciera la quale si alzò veemente, stringendo energica la spada:
la battaglia più importante della sua esistenza aveva inizio!
Con un agile salto andò verso Malvegil e lo
liberò dalle catene, poi si volse verso il lupo bianco e si lanciò nella lotta.
La belva la ferì numerose volte, ma non se ne preoccupò e, nonostante l’illimitata
perdita di sangue che la stava indebolendo, ella non smetteva un istante di
sferrare colpi.
Luthien li lasciò combattere poiché il suo
astuto obiettivo era quello di assalire il Regno di Armòdia, sapeva che fin
quando Luinil fosse impegnata nello scontro, lei avrebbe potuto agire
indisturbata. Chiamò il suo secondo esercito, di gran lunga superiore in forza
e malvagità rispetto al precedente: gli orchi neri! Ed insieme a loro, intraprese
il viaggio verso il Regno di Armòdia che ben presto, era certa, sarebbe stato
completamente sotto il suo giogo.
Luinil era all’estremo delle forze, stava
quasi per cedere, quando improvvisamente il suo amuleto, emanò una luce blu,
calda ed intensa, la luce era talmente forte che il lupo per un istante, ne
rimase abbagliato.
La giovane puntò la spada verso il cuore dell’animale,
ma…gli occhi la bloccarono: erano gli occhi di suo cugino Eldarion!
La spada cadde a terra ed il lupo,
approfittando di quell’attimo di debolezza, ferì la ragazza che cadde esanime.
S’udì un suono in lontananza, era il richiamo
della regina, e la belva, lesta, corse via per raggiungerla, lasciando l’arciera
a terra.
Malvegil le si avvicinò, cercando di prestarle
soccorso.
Scendeva ormai la notte…Luinil alzò lo
sguardo al cielo…non nevicava più, il vento aveva portato via con sé le fredde
e grigie nubi, ora dominavano imperiose le stelle insieme alla luna la cui
fioca luce sfiorava docilmente il suo pallido volto…
Con la mente ripercorreva tutti i momenti
belli della sua esistenza, le persone a lei care, suo nonno,suo cugino,
il suo amico grifone…il suo spirito era con loro!
L’amuleto “Azzurra felicità” splendeva più che
mai, pulsando ritmicamente insieme al suo “debole e forte” cuore…
Malvegil sollevò delicatamente il capo della
donna, pensando che doveva assolutamente salvarla…mentre il manto dell’oscurità
iniziava lentamente ad avvolgerla…
Storia di un abitante del Regno: II parte.
Luinil
nella Grande Foresta
Written by Luinil
Written by Luinil
La Grande Foresta illuminata dalla luna
piena, conferiva alla notte un alone di mistero…Luinil iniziò a percorrerne gli
anfratti semioscuri, stringendo con forza la sua spada, pronta a reagire se il
nemico le si fosse presentato immediato al suo cospetto.
In lontananza si udiva l’ululato dei lupi e
man mano che i suoi passi avanzavano, quel verso orripilante si faceva così
forte ed impetuoso quasi a volerla esortare ad avvicinarsi più
velocemente.
I suoi occhi non erano abituati alle forme
delle tenebre ed ella non nascondeva, nel profondo dell’animo, dei momenti di
incertezza mista ad un lieve timore dell’ignoto, pur tuttavia lo spirito veemente
ed impetuoso le urlava dentro di non arrendersi e di perseverare senza
esitare, nella sua missione.
Arrivata al cospetto di una grande quercia,
sentì improvvisa la necessità di riposare le sue membra poiché la strada era
ancora lontana ed era necessario poter trovare un breve ristoro al fine di recuperare
le forze che le sarebbero servite per la dura battaglia.
Poggiò il capo sull’enorme tronco e sollevò
lo sguardo verso il cielo, non aveva notato quanto fosse bello ed immenso con
le stelle che lo adornavano, la luna pareva una sovrana vicino a quelle luci
così sfavillanti.
I ricordi le si palesarono repentinamente riportandola
indietro nel tempo, ad una notte simile a quella, c’era una luna così maestosa,
solo che non era da sola a contemplarla... suo cugino Eldarion era con lei.
Lo rammentava come se fosse in quel preciso
momento, erano usciti sgattaiolando fuori dalle mura del Regno ed in segreto
avevano percorso le cavità nascoste della Grande Foresta, alla ricerca di
avventure e di mostruosi incontri per poter vivere insieme battaglie
indimenticabili…
Il tempo parve fermarsi, tutto intorno era
come quella notte, ma qualcosa di importante era mutato, … non c’era più Eldarion. E mentre ripercorreva con la mente e con il cuore quegli attimi
fuggenti, strinse energicamente la spada, l’amuleto che portava al collo iniziò
a brillare, rischiarato dai pallidi raggi dell’astro lunare, quasi a volerle
dire “Vai avanti con coraggio! Non devi lasciarti sconfiggere da un passato
ormai tramontato.”
Chiuse gli occhi e udì un leggero alito di
vento oltrepassare le fronde dell’albero, d’improvviso un flebile rumore palesò
la sua presenza, di scatto la ragazza si girò, pronta alla difesa, ma da una
siepe fece capolino una creatura dalle ali possenti … era un grifone rampante!
Cosa ci faceva fra i cespugli? Un fioco gemito uscì dal suo becco adunco: era
ferito!
Luinil, si avvicinò con attenzione, non
volendogli incutere alcunché di inquietudine. Con il palmo della mano
delicatamente sfiorò il capo dell’animale
sofferente e notò una ferita sulla zampa destra anteriore, una freccia
avvelenata vi si era conficcata procurando dolori atroci ed il cui veleno sarebbe
arrivato ben presto a far sopperire la povera bestia.
Luinil, aprì mestamente
la sua sacca e vi estrasse una boccetta in vetro di buona fattura che serviva a
curare gli effetti dell’avvelenamento, suo nonno l’aveva addestrata in maniera
ottimale nella preparazione di varie pozioni tra cui anche quelle curative. Decisa,
provvide a curare il grifone che subitamente riaprì gli occhi e la guardò a
lungo come per volerle esprimere tutta la sua gratitudine. Tuttavia era ancora
privo di forze e la donna, determinata più che mai a volerlo strappare al pericolo
della morte, cercò nelle vicinanze delle lumache arcobaleno, sapeva infatti
dove poterle trovare, era certa che le loro carni molto zuccherine ed
energetiche, unite al guscio avente proprietà rigeneranti, avrebbero reso le
forze al suo nuovo amico. Già, adesso aveva, anzi, sentiva di avere un nuovo
amico, il suo essere lo percepiva, ed avrebbe fatto del tutto per non perderlo.
Una volta prese le lumache arcobaleno, esse furono servite come pasto al
grifone che Luinil chiamò Daeron, il quale ben presto tornò ad ergersi con tutta
la sua forza.
Il giorno stava per nascere, doveva
riprendere il suo viaggio e mentre riordinava le idee sul da farsi, il grifone
riposava al suo fianco, ma un movimento improvviso fece esultare entrambi: proprio
a due passi da loro un enorme orco grigio li prese d’assalto con l’intenzione
di fare a brandelli le loro carni.
L’arciera prese il suo arco ed iniziò a
scagliare le sue letali frecce piumate in veridiano, l’orco pareva però davvero
imbattibile, sferrava colpi cruenti, riuscendo a sfiorare la sua tunica
araldica che però resisteva ancora in maniera efficace.
Daeron, il grifone rampante, vedendo la sua
amica in enorme difficoltà, agitò le sue possenti ali ed aprendo il becco mastodontico,
si avvicinò minaccioso verso il nemico. L’orco, girandosi, tentò invano di
sferrargli un colpo fatale, ma Luinil agilmente con la sua spada corta eccelsa,
recise il grosso avambraccio dell’immonda creatura per poi finirla, troncando
la sua testa con un taglio netto.
Erano salvi!
L’arciera si voltò, guardando intensamente il
grifone…i loro sguardi si unirono per un breve istante che parve un’eternità.
Daeron offrì il suo dorso alla donna la quale
vi salì sopra, pronta ad attraversare insieme la Grande Foresta e ad andare
incontro alla regina Luthien e i suoi famelici seguaci…
I due amici si librarono così in volo e
partirono verso la loro impervia avventura…
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